è un giorno che va, e non tornerà mai
Teste chinate occhi re-inseriti a forza
Un giorno che va, muto complice delle tue sconfitte
La pressa comprime anche quando strisci
Un altro giorno se ne va, che insulso prezzo gli dai
Mani esperte si stringono anche se piangi
Anni a soddisfare sfizi altrui, logorati, esausti
Incolonnati nei vicoli ciechi dell’ansia
Il loro crescendo verso ulteriori guadagni…
Mentre la ripetitività sgretola le reliquie del talento
CHE INSULSO PREZZO GLI DAI
SODDISFARE SFIZI ALTRUI
PER POI NON TORNARE MAI
I sogni si dissanguano, collassando in un sordido baratro
In cui anche le anime più vive invecchiano penosamente male
È l’anticamera del più cupo paradosso esistenziale
PROSTRATI A SCHEMI
LA FANTASIA EVAPORA
PER POI NON TORNARE MAI
VITE IN DEFLUSSO — cestinate nel nulla
CALARSI NEL GRIGIO — in tinta con la noia
VITE IN DEFLUSSO — convertite in funzioni
CALARSI NEL GRIGIO — distaccato e depresso
Maschera saldata in faccia, sotto fermentano le lacrime
Questa regolarità meccanica in cui non riesco a inserirmi
Abusato da un ruolo di spreco-dipendenza
La loro fame di espansione nutrita da schiere di scarti
Andare avanti respirando un senso di precarietà
«non te lo puoi permettere» >> la norma
«rassegnati» >> l’ossatura su cui si regge
Come puoi retrocedere così lontano dall’autostima
Che valore ha l’impegno in questo labirinto di involuzione
Che deturpa ogni traccia del tuo essere unico?
Genuflesso alla dimensione di tassello facilmente sostituibile
Murato per l’eternità in uno stampo fatto su misura
Nato nella miseria automatica, spacciata per crisi sociale
Maschera saldata in faccia, sotto fermentano le lacrime
Questa regolarità meccanica in cui non riesco a inserirmi
Abusato da un ruolo di spreco-dipendenza
La loro fame di espansione nutrita da schiere di scarti
NON HAI I DENTI PER RINGHIARE E AFFRONTARLI
SISTEMATO NELLA CONVENZIONALITA'
UNA SORTE PROGRAMMATA SULLA MONOTONIA
LO SPECCHIO DEL FALLITO É «UN LAVORO COME UN ALTRO»…
NON ACCETTERO' MAI DI VEDERMI MORIRE
DOPO 40 ANNI CHE MARCISCO
«SELF-ZEROING»
Another day passed that won’t be back
Heads down, eyes forced tight shut
Another day passed, dumb party to your failures
The press crushes even when you crawl
Another day passed, what vapid price can you put on it Skilled hands close in even if you cry
Years spent satisfying the whims of others, worn out, exhausted
Channelled through anxiety’s dead-ends
A crescendo for more gain …
As routine ekes away what’s left of talent
WHAT VAPID PRICE CAN YOU PUT ON
SATISFYING THE WHIMS OF OTHERS
NEVER TO RETURN
Dreams bleed out, collapsing into a sordid grave
Where livelier souls age hideously
The antechamber of the direst existential paradox
PROSTRATED BY SCHEMES
IMAGINATION MELTS AWAY
NEVER TO RETURN
LIVES FATED TO DRAIN — trashed into the void
SINKING INTO GREYNESS — the nuance of boredom
LIVES FATED TO DRAIN — turned into mere functions
SINKING INTO GREYNESS — detached and depressed
A mask welded onto a face, tears ferment beneath
This mechanical pace I can’t fit into
Screwed by a waste-dependence role
The urges to expand fed by ranks of failures
Going on, breathing instability
«you can’t afford it» >> the norm, «resignation» >> the backbone
How can you fall so far behind self-esteem
What’s the value of commitment in this involuted maze
That defaces every scrap of your persona?
Down on your knees as an expendable cog
Walled for eternity in a made-to-measure mould
Born in automatic misery, justified as social crisis
A mask welded onto a face, tears ferment beneath
This mechanical pace I can’t fit into
Screwed by a waste-dependence role
The urges to expand fed by ranks of failures
YOU DON’T HAVE THE GUTS FOR DESPISING AND CHANGING
SETTLED IN CONVENTION
A FATE PROGRAMMED BY MONOTONY
THE MIRROR OF FAILURE SAYS «JUST A JOB LIKE ANY OTHER»…
I WON’T STAND AND WATCH MYSELF DIE
AFTER ROTTING FOR 40 YEARS