«Un treno. Un treno. Un treno!»
Alla deriva il film dell’innocenza
Deportato a un gioco di rassegnazione
Va aumentando una sopravvivenza
Nel contare i giorni di disperazione
Un pazzo si segnò la vita tramutar oltre i confini della razionalità
Scavalcare il dolor che ti asciuga la via lieti di un respiro di follia
Là dove attendono la luce in una mano
Di chi dicono plasmò l’umanità
Ci svegliammo in un destino disumano
Soli in sella ad un’ignota nudità
E nutrendo, raccogliendo un dolce incontro
Con un placido delirio di poesia
Per scappar dal dolor d’innocente agonia
Con un foglio ad indicar la via
E corre il treno ad ingannare l’apparenza
Di condanne senza colpe e verità
Io conforto cieco nella mia coscienza
Per scovar nel treno la mia libertà
A cercar riparo a lungo a condannati
Tra le faglie anguste dell’inciviltà
Per trovare la via per fuggire aldilà delle voglie dell’umanità
Non mi lasciare, non dimenticare la terra che lasciamo per andare via lontan
Fuggi come se potessi scavalcare un indomani che avevamo visto già
Ma devo andare, non dimenticare, non cancellare i sogni gli occhi della gente
mia
Scavalchiamo il dolor che ci asciuga la via con un bel respiro di follia
Nella storia di una vita deportata
Riposata da una lieta assurdità
Vivo il giorno di una sorte malandata
Con un fremito di umana dignità
E strappando il corso di un meschino tempo
Mesto inseguo in un delirio la magia
Per scappar dal dolor d’innocente agonia
Con un foglio ad indicar la via